Volume IV

Introduzione
 

1 maggio 2011. In Italia oggi ricorrono due festività, una “sacra” e l’altra “profana”: verrà beatificato Giovanni Paolo II e i lavoratori festeggeranno la loro festa.

In queste ricorrenze coincidenti leggo due motivi che altrettanto si ripetono nella storia della cristianità. Il primo è quello del culto della personalità, che non è certo un’invenzione della Chiesa ma che questa ha saputo fin dall’inizio far proprio e portare alle estreme conseguenze. Il secondo è un antico vizio delle ideologie che vogliono sostituirsi ad altre partendo dal sovrapporre le proprie celebrazioni a quelle altrui. Nel caso di oggi la Chiesa aveva un’altra cinquantina di domeniche in cui fissare la “beatificazione” del suo defunto papa. Non l’ha fatto e ha scelto invece la festa dedicata a tutti i lavoratori del mondo.


Nelle pagine che seguono ho cercato di palesare quanto una simile confusione di personaggi, date, avvenimenti e luoghi sia celata anche nei racconti che riguardano Gesù e Paolo. Non è un lavoro semplice e le analisi proposte sono all’inizio del percorso sul quale siamo incamminati ormai da quasi un decennio.

Per svelare il segreto del Cristianesimo ho in queste pagine affrontato i libri Sibillini e poi i testi di Nag Hammadi. Entrambe le raccolte ci rivelano aspetti storici e ideologici del primo Cristianesimo che la cultura scolastica e l’informazione neanche si sognano di divulgare. Proprio il fatto che certe notizie non trapelano normalmente è indice di quanto possano nascondere esse stesse una realtà scabrosa se non addirittura pericolosa per quelli che detengono il potere informativo.

Viene da chiedersi perciò se tanto il soffocamento delle tradizioni “pagane” quanto la reiterata idolatria umana non siano che due dei meccanismi principi al fine di perpetuare il culto religioso. Soprattutto la santificazione, questa continua proposta di “idoli” da adorare come a dimostrare che la Chiesa è una instancabile fucina di esempi di perfezione (“santità” appunto).

Anche i “pagani laici” avrebbero i loro “miti” da adorare ma non lo fanno. Chi si sognerebbe infatti di vendere santini e reliquie di Isaac Newton, Charles Darwin, Giordano Bruno con la stessa commerciale invadenza con cui la Chiesa pro-impone la santificazione dei suoi “cristi” e “madonne”?

Legittimi dubbi ci provengono anche dalle cronache di ogni giorno, dove persone degne di punizioni esemplari sono invece difese se non osannate. Quando la furbizia viene assurta a virtù e l’ingiustizia ha il sopravvento, allora non ci dobbiamo più sorprendere se nella storia viene tramandato un ossequioso ricordo di quelle persone in cui, invece delle virtù, erano presenti ben più vizi e delitti.

Ora santificano e domani qualche storico, frugando tra le carte di qualche archivio segreto, ci racconterà una biografia ben diversa.

Quello che non possiamo fare sui santi di oggi, io mi sono permesso di scoprirlo per quelli di tanti anni fa, ovvero proprio per chi diede inizio a questa mistificazione senza fine.

Buona lettura.
Mac

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